Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Preparati all’incontro con il tuo Dio

Canto iniziale: Come sigillo

Am 4,1-6.12

Ascoltate questa parola,
o vacche di Basan,
che siete sul monte di Samaria,
che opprimete i deboli, schiacciate i poveri
e dite ai vostri mariti: «Porta qua, beviamo!».
Il Signore Dio ha giurato per la sua santità:
«Ecco, verranno per voi giorni
in cui sarete portate via con uncini
e le rimanenti di voi con arpioni da pesca.
Uscirete per le brecce, una dopo l’altra,
e sarete cacciate oltre l’Ermon».
Oracolo del Signore.
«Andate pure a Betel e peccate,
a Gàlgala e peccate ancora di più!
Offrite ogni mattina i vostri sacrifici
e ogni tre giorni le vostre decime.
Offrite anche sacrifici di lode con pane lievitato
e proclamate ad alta voce le offerte spontanee,
perché così vi piace fare, o figli d’Israele».
Oracolo del Signore Dio.
«Eppure, vi ho lasciato a denti asciutti
in tutte le vostre città,
e con mancanza di pane
in tutti i vostri villaggi;
ma non siete ritornati a me».
Oracolo del Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te:
prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!

Di fronte alla Parola ognuno è invitato a riconoscere le proprie reazioni, le domande e i pensieri.

Il passo fa parte di uno dei discorsi che il profeta pronuncia, con uno stile tagliente e incisivo, per spiegare le ragioni del giudizio di Dio.

Basan è un altopiano a est del lago di Genesaret che al tempo del profeta era un territorio di pascolo molto fertile, famoso per il bestiame da ingrasso.

La parola “vacche” si riferisce alla donne del popolo e potrebbe essere un titolo onorifico, che sottolinea la robustezza come motivo di bellezza.

In realtà in questo contesto il profeta gioca su un doppio senso: queste donne sono robuste e belle, ma allo stesso tempo si godono la vita, brindano all’oppressione e distruggono le famiglie degli altri. Uno stile di vita tale richiede molto denaro e costringe i mariti all’oppressione dei deboli e dei poveri.

Per questo motivo Dio ha giurato sulla sua santità, ha cioè pronunciato un giudizio irrevocabile.

Am 4,1-6.12

Commento

Il profeta intende scuotere chi lo ascolta, per svegliarlo dalle sue abitudini interiori ed esterne, dal torpore che lo mette nella prospettiva di essere giustificato. Per questo motivo chiede un cambiamento di comportamenti e abitudini. La denuncia è rivolta in prima battuta alle donne che non sono attente a riportare gli uomini alla trasparenza delle loro condotte. Le donne hanno molte pretese e sono esigenti, spingendo così i mariti alla corruzione e a uno stile di vita dissoluto.

L’unità con gli uomini non è segno di amore, perché è a scapito dei poveri e dei deboli. In questo senso sono corresponsabili del degrado della società e in ultima analisi del peccato contro Dio, perché non considerano coloro che Lui ama. Per questo motivo nel giorno del giudizio Dio riserverà loro la stessa misericordia che le donne hanno usato in vita verso i poveri.

Degli uomini si dice invece che frequentano la liturgia, ma non sono a servizio degli altri, anzi camuffano la loro volontà per quella comune.

Il profeta avverte che è possibile incontrare Dio solo se c’è una vita convertita e se la liturgia tocca e cambia la vita, in altre parole diventa esistenziale.

Canto finale: È l’aurora

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