La storia
Abbiamo messo i primi paletti della nostra Tenda nel 2008. Eravamo quattro trentenni: una giovane coppia di sposi e due single che, intorno a Gv 1,14 (E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. E noi abbiamo ammirato la sua gloria, come di Unigenito, pieno di grazia e di verità) hanno cominciato a coltivare il sogno di vivere insieme. Qualche mese dopo siamo andati a vivere in un’unica casa, in affitto, per mettere alla prova della realtà il nostro desiderio.
In meno di due anni due coppie si sono avvicinate e hanno sperimentato la vita comune come ospiti, per poi seguire altre strade. Alla fine del 2010, una dei quattro fondatori ha lasciato la Comunità e la Tenda, provocando uno scossone notevole. Pochi giorni dopo, l’ultimo ingresso, che ha segnato il passaggio alla compagine attuale.
Ed eccoci qua: Vito, Alessandro e Dora, sposi, a cui si è aggiunta Adriana, tra i fratelli più anziani della comunità.
Nei primi anni, Adriana ha partecipato alla vita della piccola comunità pur rimanendo ad abitare con i suoi genitori anziani. La promessa fatta davanti alla Comunità, nel giugno 2011, ci ha impegnati a vivere da fratelli oltre ogni difficoltà.
Con l’arrivo di Adriana è iniziata la ricerca di una casa da acquistare. Ne abbiamo viste tante, troppo grandi o troppo piccole, troppo costose o troppo lontane dalla sede della Comunità. Abbiamo venduto case e terreni per poter realizzare il nostro progetto.
Intanto, la nascita della figlia di Dora e Alessandro ha arricchito la casa di una piccola di cui prendersi cura e che ha modificato ritmi, abitudini e spazi.
Finalmente, nel 2014, compriamo casa. La ristrutturazione coincide con un tempo di crisi della pc che mina le basi della sua stessa esistenza. Continuare nei lavori di ristrutturazione, senza avere la certezza di vivere insieme, ma facendo ognuno il proprio percorso, è stato un passaggio importante, che abbiamo vissuto e riletto nella fiducia nella nostra promessa e nella speranza del futuro.
Proprio per questo motivo, a maggio 2015, mettere piede a casa nostra è stata una grande gioia.
La nostra, ancora per un po’, è stata una pc Cenacolo atipica: Adriana viveva ancora con i genitori e Vito faceva il pendolare, perché lavorava all’Università di Bari. Questa situazione da un lato limitava i tempi di incontro e la condivisione della vita quotidiana, dall’altro ha sviluppato la nostra creatività per dare corpo al nostro progetto. Spostarsi per incontrarci è stata la prassi, che si trattasse di tornare la sera in treno, di andare a casa di Adriana o di fare un viaggio insieme per una full immersion di qualche giorno.
Frequentare quotidianamente la Casa della Comunità è stato un altro modo per definire la nostra identità come piccola comunità e per ritrovarci in mezzo agli altri fratelli.
Gli altri. I fratelli della Comunità, gli ospiti, le persone in ricerca, i seminaristi del Collegio Urbano che in estate non tornano nei Paesi d’origine, i preti, gli amici che vivono lontano e che vengono a trovarci, due Amici a noi cari, Marco e Alessandro, sono presenze costanti nella nostra Tenda che di volta in volta cerca i modi di allargarsi, di modellarsi e di aprirsi all’ascolto.
Da dicembre del 2020 siamo tutti sotto lo stesso tetto: Vito non è più pendolare, Adriana si trasferisce nella casa della Tenda. Da una parte si realizza un desiderio a lungo coltivato e dall’altra comincia una nuova fase della vita insieme.
Cambiano l’organizzazione degli spazi, la definizione dei tempi e le abitudini più quotidiane, dal menu alla spesa.
Questo, però, è stato solo un primo livello. Si è aperta una crisi importante che ha toccato i cammini personali e le nostre relazioni, fino a mettere ancora una volta in discussione il futuro della nostra piccola comunità.
È stato questo il tempo in cui abbiamo rinnovato la nostra scelta di vivere da fratelli, puntando sulla fiducia reciproca e sulla fedeltà a una chiamata del Signore, che si esprime nella Parola che fonda la Tenda: il Signore ha posto la sua tenda in mezzo a noi e ciascuno di noi e tutti insieme siamo tenda che accoglie e presenza del Signore.
Da qui nasce la compagnia, fresca, bella e nuova, tra di noi e che trova anche espressione concreta nell’accoglienza in casa e nella cura condivisa delle nostre mamme che invecchiano.
La vita quotidiana
I nostri lavori, pur all’apparenza simili, ci portano a percorrere sentieri diversi: Dora è un’operatrice del Laboratorio Creativo Div.ergo, Adriana insegna Lettere in un Liceo Scientifico, Alessandro insegna Letteratura cristiana antica all’Università e nella stessa Università Vito insegna Enologia.
La missione della Comunità, invece, ci vede molto spesso insieme. La Casetta Lazzaro, il Laboratorio Div.ergo e il settore della Comunicazione sono terreno comune di impegno quotidiano e ci permettono di incontrarci tra di noi e con altri fratelli.
Il tempo del pranzo è il crocevia del nostro quotidiano. Il tempo serale è dedicato a un confronto più disteso su temi della vita comune e della vita comunitaria, allo studio della Regola della Comunità e alla preghiera.
Nelle nostre settimane ci sono anche tempi riservati alla vita della coppia e della famiglia e dei singoli e tempi in cui riposare insieme, vedendo un film o facendo una passeggiata.