Quando, più di vent’anni fa, ci ritrovammo insieme, fu per il desiderio di essere a servizio dei giovani e dei piccoli, come avevamo imparato da don Bosco. Sentivamo come impellente il bisogno di dare gratuitamente ad altri quello che gratuitamente avevamo ricevuto.
Non sapevamo che ci fosse - nascosto sotto quel desiderio - il seme di un dono che il Signore voleva fare a ciascuno di noi e, attraverso di noi, a quelli che avremmo incontrato.
Questo dono di grazia che il Signore ci ha voluto fare ha un volto, ha una storia.
È una donna.
Si chiama Maty.
Conoscevamo il Signore: lei ce l’ha fatto incontrare.
Sapevamo che il Signore amava ciascuno di noi in modo unico: lei ci ha fatto vedere come quest’amore ci raggiungeva nelle pieghe della nostra storia.
Avevamo il desiderio di incontrarLo e di stare con Lui: lei ci ha indicato la strada, l’ha percorsa davanti a noi, non si è mai stancata di indicarci le complanari sulle quali rischiavamo di smarrire la nostra ricerca del Signore della Vita.
Volevamo essere felici: lei ci ha insegnato che siamo chiamati tutti alla Vita, quella piena, eterna, la Vita del Risorto.
Maty è il seme da cui è cresciuta la nostra comunità, seme che – nella terra – non è rimasto da solo perché ha voluto dare la propria vita per coloro che amava.
Ci ha amato come ha imparato dal Signore, ascoltando le nostre vite con pazienza e misericordia, esplorando con noi le strade alla ricerca della Vita piena, accompagnandoci nel cammino di umanizzazione che ciascuno deve percorrere per poter essere in piedi alla presenza del Risorto.
Questo suo amore, particolare e specialissimo, col tempo abbiamo imparato a chiamarlo carisma: quel dono che ci precede e ci orienta, che rende più belle le nostre vite e la vita della Chiesa di cui facciamo parte, che rende attuale l’Amore con cui siamo stati amati e che ci chiede di rendere attuale l’amore con cui diciamo di amare gli altri, “perché abbiano la Vita e l’abbiano in abbondanza”.
Gigi