Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Perché ci hai fatto questo? Lo stupore dei genitori

Canto iniziale: Kenosi (I strofa)

Lc 2,41-50

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

Condivisione delle impressioni, delle reazioni e delle domande.

L’evangelista ci mette davanti alla rivelazione di Gesù che è uomo e Dio e in prima battuta descrive la crisi dei due sposi rispetto al figlio che percorre strade che essi non hanno mai esplorato e che lo portano lontano da loro. D’altro canto la risposta dei genitori alla separazione del figlio è una ricerca affannosa.

Nel brano sono presentati due tipi di stupore: quello di chi ascolta Gesù nel Tempio e quello dei genitori.

Nel Tempio Gesù non è presentato come un maestro, ma come un ascoltatore attento e assiduo di Dio, partecipe della saggezza dei rabbini. A questi infatti appare straordinaria l’intelligenza di Gesù che, rispondendo ai maestri, suscita stupore. Lo stupore consiste nella reazione di fronte a qualcosa che supera le attese e la comprensione. I rabbini si stupiscono perché non si spiegano come mai Gesù sappia rispondere proprio su quanto gli avevano insegnato poco prima.

Lo stupore dei genitori invece nasce dall’attesa di cercare Gesù, ma anche dal fatto che Gesù non li ha cercati.

Si rendono conto che Gesù non sta lì dove si aspettavano che dovesse stare e per questo si sentono smarriti. Le domande su chi sia l’altro e su dove si trovi vanno insieme e definiscono l’identità di ogni persona.

In questo passaggio Gesù prende la parola per la prima volta nel Vangelo di Luca e manifesta una personalità caratterizzata da un’intelligenza straordinaria e da una relazione unica con Dio.

Giuseppe e Maria sapevano che Gesù era Figlio di Dio, eppure la divinità del Figlio rimane per loro un mistero ed è una realtà insondabile per tutti. Nessuna rivelazione angelica può rivelarci il mistero di Dio, la sua profonda alterità.

Maria e Giuseppe non si sono fermati di fronte al mistero, si mettono in cammino e accolgono la provocazione di un Dio che è irriducibile e indeducibile.

Anche in noi può nascere un senso di meraviglia, perché sappiamo di non poter possedere Dio e possiamo lasciarci provocare da Gesù che chiede rapporti nuovi e lascia trasparire una relazione esclusiva con Dio.

Canto finale: Kenosi (II strofa)

 

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