Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Beato l’uomo che resiste alla tentazione

Canto iniziale: Salmo 127

Gc 1,12-15

Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte. Ognuno è invitato a lasciare che la Parola lo tocchi nell'intimo e ad annotare impressioni e reazioni. Il brano, che si trova all’inizio della lettera, ha un tono parenetico. L’autore infatti esorta alla gioia la comunità, che in precedenza ha affrontato delle prove. L’autore intende sottolineare che Dio non è causa della tentazione e che non può tentare a fare del male. Le passioni sono presentate come una prostituta che alletta l’uomo, si lascia sedurre e fecondare e quindi genera il peccato e la morte.

Ognuno è invitato a lasciare che la Parola lo tocchi nell'intimo e ad annotare impressioni e reazioni.

Ascolto della Parola: Gc 1,12-15

Commento

La parola tentazione può avere tre accezioni: 1) incitamento a fare qualcosa che è suggerita dal tentatore; 2) lotta; 3) saggio, nel senso di prova per misurare la fede. La Parola di Dio dice che l’uomo non è succube del male, ma che l’uomo stesso è responsabile del male che accoglie prima di tutto dentro di sé e poi semina nel mondo.

Secondo Origene, la sorgente del male è legata alle immagini della nostra fantasia, cui si aggiungono le suggestioni, che portano l’uomo a compiere azioni che sono in contrasto con il Vangelo.

Oggi, al posto di fantasia, si potrebbe parlare di desideri passionali che circolano introno all’uomo: queste non sono ancora peccato, ma rappresentano la debolezza dell’uomo contemporaneo.

Per vedere che rapporto abbiamo con le nostre passioni è possibile fare una verifica secondo i cinque punti che seguono:

  • La suggestione è il primo impulso che si avverte. Abbandonata a se stessa, svanisce.
  • Il colloquio con la passione: in questo passaggio l’uomo si lascia interrogare.
  • Il combattimento, che segue lunghi colloqui con la passione. In questo passaggio l’uomo è ancora libero, non commette peccato.
  • Il consenso: è lo stadio di chi ha perso la battaglia. In questo passaggio si commette peccato, anche se non c’è un’azione concreta.
  • Passione: è l’ultimo stadio, quello più tragico, in cui i pensieri non vanno via e al contempo cresce l’inclinazione al male.

In questi passaggi dobbiamo chiederci che cosa vogliamo fare, sapendo che ciò che conta davanti a Dio non è ciò che sentiamo, ma ciò che decidiamo di fare con la nostra volontà.

Canto finale: Salmo 16

 

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