Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Io vado a svegliarlo

Canto iniziale: Il servo di Jahvè

Gv 11,8-19

I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello.

Commento

Gesù è mosso dal desiderio di compiacere il Padre e di essere solidale con la sua gente, per questo motivo non si cura delle trame dei giudei che cercano di ucciderlo. Allo stesso tempo prova a condividere le sue preoccupazioni con i discepoli e per questo usa la similitudine del cammino di giorno: è questo il tempo che gli rimane per operare a favore degli amici che sono con lui e di quelli che sono a Betania.

I discepoli non campiscono bene la decisione di Gesù, sono disorientati, perché percepiscono qualcosa di pericoloso e si lasciano trascinare da quello che sentono, piuttosto che condividerlo con Gesù.

Il Maestro decide di andare in Giudea e sa di rischiare molto, ma è spinto dall'amore per il suo amico, amore fedele e generoso, come quello di Dio per ogni uomo. Proprio perché vive questo tipo di amore, Gesù può dire di camminare nella luce, di muovere i suoi passi in compagnia di Dio: cf. 1Gv 2,10: Chi ama suo fratello, rimane nella luce…

Appare chiaro allora che l'unico criterio di verifica è solo l'amore per i fratelli, un amore che sia capace di distinguere il vero, l'essenziale da ciò che non vale e va messo da parte.

Gesù parla di Lazzaro come del "nostro amico": l'amicizia è una relazione normale nella comunità e nei confronti di Gesù non c'è subordinazione. Inoltre i discepoli erano benvoluti anche a Betania, perché le amicizie vere sono sempre pronte ad accogliere. Di Lazzaro si dice che si è addormentato: addormentarsi è un modo della Chiesa antica per indicare la morte.

Anche noi però possiamo addormentarci: quando restiamo immobili legati a un'idea di felicità che la realtà ci nega, quando sentiamo di non avere più energie, quando siamo senza speranza e voglia di vivere e lottare. Questo tipo di morte si chiama morte del cuore: può essere breve o lunga, può essere legata alla fine di un'amicizia, a un problema ricorrente, alla preoccupazione per i figli, a una difficoltà a lavoro, a una crisi depressiva, può esprimersi anche nell'incapacità di dare risposte diverse nelle difficoltà che incontriamo. I discepoli non capiscono ancora le parole di Gesù, che sta parlando della loro morte e non di quella di Lazzaro.

Allora il Maestro chiarisce: Lazzaro è morto, i discepoli sono addormentati.

Tra tutti, solo Tommaso pronuncia una dichiarazione di fede molto importante: seguire Gesù significa stare dove lui sta. A Betania non si parla più dei discepoli: erano là con le loro domande e con il Maestro che affrontava la morte. L'evangelista annota che Lazzaro era morto da quattro giorni, cioè, secondo le opinioni giudaiche del tempo, lo spirito aveva ormai lasciato il suo corpo ed era sceso nello Scheol.

Quando Gesù arriva a Betania mette al centro le sue attenzione per l'amicizia e non si dà cura del pericolo reale rappresentato dai giudei, che si erano recati a Betania per consolare Marta e Maria.

Canto finale: Salmo 120

 

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