Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Come sigillo

Canto iniziale: Come sigillo (2a strofa)

Cantico dei Cantici 8,1-14

1Come vorrei che tu fossi mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Incontrandoti per strada ti potrei baciare
senza che altri mi disprezzi.
2Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
tu mi inizieresti all’arte dell’amore.
Ti farei bere vino aromatico
e succo del mio melograno.
3La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
4Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l’amore,
finché non lo desideri.
5Chi sta salendo dal deserto,
appoggiata al suo amato?
Sotto il melo ti ho svegliato;
là dove ti concepì tua madre,
là dove ti concepì colei che ti ha partorito.
6Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
7Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.
8Una sorella piccola abbiamo,
e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella
nel giorno in cui si parlerà di lei?
9Se fosse un muro,
le costruiremmo sopra una merlatura d’argento;
se fosse una porta,
la rafforzeremmo con tavole di cedro.
10Io sono un muro
e i miei seni sono come torri!
Così io sono ai suoi occhi
come colei che procura pace!
11Salomone aveva una vigna a Baal-Amon;
egli affidò la vigna ai custodi.
Ciascuno gli doveva portare come suo frutto
mille pezzi d’argento.
12La mia vigna, proprio la mia, mi sta davanti:
tieni pure, Salomone, i mille pezzi d’argento
e duecento per i custodi dei suoi frutti!
13Tu che abiti nei giardini,
i compagni ascoltano la tua voce:
fammela sentire.
14Fuggi, amato mio,
simile a gazzella
o a cerbiatto
sopra i monti dei balsami!

Commento

In tutto il Cantico non si parla di amore in senso astratto né di sesso, non di amore tra uno sposo e una sposa: tema centrale è l'amore tra un uomo e una donna.

A causa delle varie difficoltà di traduzione e interpretazione, il testo del Cantico è stato spesso censurato, ma la censura più grande riguarda i due protagonisti che, a una lettura fedele al testo, appaiono come una coppia clandestina. Infatti, quando si dice per esempio che non possono vivere insieme, che le travi della loro casa sono i cedri del Libano, che per incontrarsi devono andare nel bosco, si capisce che non possono farsi vedere insieme in pubblico.

Il loro amore è nascosto, ma appassionato: i due amanti si amano nella libertà.

Gli ebrei leggono tutto il Cantico durante la celebrazione della Pasqua, che è la festa della liberazione dalla schiavitù, perché è un testo che celebra la libertà.
L'uomo e la donna del Cantico richiamano inoltre Adamo ed Eva, che però erano stati cacciati dal giardino per aver prestato ascolto al sibilo del serpente, dando inizio a una vita fatta di fatica e morte.

Con i due amanti del Cantico si celebra il passaggio alla libertà delle origini, il ritorno in quel giardino in cui ci sono le difficoltà, le tentazioni, le cadute e le lontananze, ma in ogni caso la loro relazione rimane salda.

Per i due amanti il giardino lussureggiante è il corpo dell'altro. Nella loro esperienza la sessualità è redenta, perché vissuta nella libertà, anche se al di là dei recinti istituzionali.

Nella Scrittura non è considerato sacro il matrimonio, ma la relazione, perché senza relazioni non si può essere uomini. Ogni relazione – con i fratelli, con gli amici, con Dio, con la sposa – deve essere cercata, custodita, costruita e sognata. In questo senso si spiega come mai in tutto il Cantico non sia mai nominato Dio: se la relazione è sacra ed è il luogo della libertà e dell'amore, i due amanti fanno un'esperienza trinitaria, poiché la Trinità è relazione.

Infine i due amanti del Cantico fanno spazio all'interesse personale senza strumentalizzare l'altro, che anche nelle cadute rimane saldo e importante. In questo modo è possibile vivere una sessualità integrata.

Canto finale: È l'aurora

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