Tema: Se tu conoscessi il dono di Dio…3
Canto iniziale: Salmo 138 (1a strofa)
Ognuno è invitato a leggere il brano e lasciare che la Parola lo tocchi nell'intimo e sulla pelle, fermando in particolare l'attenzione sulla risposta della Samaritana.
Canto: Salmo 63 (rit.)
Gv 4,10-15
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Commento
Dopo aver fatto il primo passo chiedendo da bere, ora Gesù può dare da bere alla Samaritana. La donna non si tira indietro, c’è qualcosa di Gesù che l’ha colpita e vuole quell'acqua di cui parla, perché è stanca della fatica quotidiana di andare al pozzo. Alla fine Gesù le fa una promessa: chi riceve la sua acqua diventerà sorgente che zampilla. Il suo discorso è enigmatico e ha un significato più profondo, non direttamente connesso con la vita quotidiana.
Gesù risponde alla donna senza giudicarla, perché gli interessa far cadere tutte le barriere, le paure, le resistenze che la separano da lui, per costruire una relazione vera, raggiungere il suo cuore, arrivare alla verità che lei ha dentro e che vuole far uscire fuori.
Gesù come risposta alle domande di senso della donna offre la sua presenza e in questo modo desidera farle gustare l'esperienza di quella libertà, che solo l'incontro con lui potrà darle. La libertà di Gesù è senza delusioni e illusioni, è la libertà nella verità. Tuttavia la donna pone un altro ostacolo che le impedisce di accostarsi alla fonte zampillante che ha davanti agli occhi: quanto dice a proposito del pozzo, trova origine nelle discussioni tra Samaritani e Giudei; ma per lei il pozzo è anche altro.
Il pozzo di questa donna è rimanere ferma a un riferimento a Dio che la lascia così com'è nella vita che già vive; è rimanere chiusa nella propria fragilità mediocre, è fare le cose per paura, anziché gustare il dono di Dio; rappresenta ancora la tentazione e la pretesa di chiudere il dono di Dio dentro le proprie attese.
Gesù si serve della domanda della donna per offrirle una rivelazione più grande: non parla più del passato e con le sue parole la costringe a guardare al futuro e a prendere coscienza che nel futuro ci sono la libertà e la novità. Il dono di Gesù sta proprio nel suo essere assetato e nel chiedere da bere. Nella sete di Gesù c'è infatti la stessa fatica della donna e di ognuno di noi, nella sua sete c'è il modo con cui Dio ci abbraccia, ci accoglie, ci consola. Gesù dice alla Samaritana che la sua sete è dissentante per lei. Queste parole sono rivolte anche a noi, che possiamo domandarci: quando ci rivolgiamo a lui che cosa gli chiediamo? Quale acqua, quale vita ha da offrici il Signore? Gesù risponde alla Samaritana con una metafora: è lui ad avere l'acqua della sorgente, una vita sorgiva. Il borbottio di risposta della Samaritana è molto vicino al nostro modo di reagire: Gesù non ha i mezzi per attingere l'acqua.
Tuttavia le parole di Gesù sono chiare: parla di acqua zampillante e non di quella che stagna nel pozzo. Gesù vuole far capire alla Samaritana che il suo modo di essere assetato è sorgente di vita per lei. Le stesse parole rivolge anche a noi: Gesù rimane nelle fatiche per cercare nella nostra storia il varco per dirci che Dio è Padre, ci chiama alla vita da figli, una vita piena e libera.
Gesù ci chiede con quale vita ci misuriamo e che ricerca stiamo portando avanti nella nostra vita; dice alla Samaritana e a noi: se conoscessi il dono di Dio, per cui tu sei minuscola creatura coinvolta in una vicenda che apre un disegno di comunione universale, troveresti la vita.