Tema: Il tempo è compiuto
Canto iniziale: Oggi
Prima di ascoltare la Parola del Signore, preghiamo con il salmo 15, sottolineando quegli aspetti che sentiamo più vicini. È un salmo che può essere interpretato come la riflessione personale di un uomo che si interroga sulla vita in comunione con Dio. La domanda iniziale significa: come è possibile vivere con il Signore? Le dieci risposte che seguono possono essere intese come le condizioni poste dal Signore, perché il credente sia accolto nella sua tenda. Il finale dice che chi farà come è stato indicato, non fallirà e rimarrà saldo per sempre.
Salmo 15
1Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?
2Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
3non sparge calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
4Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se ha giurato a proprio danno,
mantiene la parola;
5non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Mc 1,14-15
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Commento
Il tempo compiuto, finito, è quello in cui l'uomo deve fare delle cose per Dio, per accaparrarsi la sua benevolenza e la sua misericordia. Con la Pasqua è cominciato il tempo di ciò che Dio fa per noi, di ciò che Dio fa con noi per l'umanità. Credere allora significa donare vita agli altri, cioè essere in rapporto con Dio e lasciare che agisca nella nostra vita e in quella degli altri.
Come si fa a entrare in questo circuito di amore? Due le riposte suggerite, una dal salmista, l’altra dall'evangelista.
1) Per il salmista abitare con Dio è un fatto strettamente legato a come facciamo con gli altri. Leggendo il salmo, si vede che nessuna azione è rivolta a Dio o alla preghiera, ma sono tutte azioni rivolte verso gli altri uomini. Si tratta di azioni che toccano le relazioni con gli altri nella parola, nel rapporto con il denaro, nella benevolenza, nella sacralità delle promesse fatte.
In questo modo, il salmo anticipa Gesù, che ha avuto una condotta simile, ci fa vedere la logica del vangelo, così come emerge anche nelle domande che Gesù rivolge a Pietro dopo la resurrezione: Mi ami tu? Pasci le mie pecore, cioè prenditi cure delle mie pecore, porta vita agli altri. Da questo movimento si produce in noi una trasformazione che è opera dello Spirito: se noi facciamo un atto di amore per la vita piena degli altri, il Signore è libero di donarci il suo Spirito (cfr. Gv 3,34). Imitare il modo di fare di Gesù, amare come lui ci apre al dono dello Spirito, che ci consente di fare molto di più di quello che faremmo da soli, amare cioè con tutte le nostre capacità.
2) Convertitevi e credete al Vangelo: è un invito esplicito al cambiamento. Gesù non viene per mantenere le cose così come stanno, di conseguenza il cambiamento è un tratto caratteristico di chi vuole seguire il Signore. L'uomo non è polvere e non tornerà polvere, è figlio di Dio e ha una vita eterna, capace di superare la morte. Gesù non ha mai invitato alla penitenza, al digiuno e alla mortificazione, ma ha sempre messo al centro l'amore, la misericordia che orienta l'uomo, verso il bene del fratello. È pericoloso puntare l'attenzione sulla penitenza, perché questa prospettiva tiene lo sguardo rivolto su se stessi e può favorire l'orgoglio. Gesù chiede il dono di sé e in questo senso possiamo vivere la quaresima illuminati dalla luce della Pasqua: non un tempo di rinuncia, penitenza e digiuno, ma un tempo di vivificazione del nostro amore sull'esempio di Gesù. Ogni giorno siamo chiamati a trovare forme nuove, originali e creative di generosità, di servizio e di perdono. Vivere in questo modo fa crescere tutte le capacità che il Signore ci ha dato per amare. In questo senso le ceneri richiamano il significato che avevano nella cultura agricola di altri tempi: allora erano il concime che il contadino raccoglieva in inverno e usava per rendere il terreno più ricco; per noi oggi sono quel concime che fa crescere la nostra capacità di amare.