Tema: Tuo fratello è qui
Canto iniziale: È l’ora
Lc 15,25-28
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare.
Commento
La fraternità è sempre più a rischio della figliolanza, perché la figliolanza dà dei diritti, mentre la fraternità consegna dei doveri: la prima, infatti, è più facile da vivere rispetto alla seconda, che però apre alla prossimità.
Il fratello maggiore, che non si è mai mosso di casa, è metafora della scissione tra la figliolanza e la fraternità, accompagnata dal sentirsi nel giusto, e fa vedere di tenere al padre, ma allo stesso tempo rinnega a fraternità. Il padre invece vuole ricomporre tutte e tre le relazioni, che hanno bisogno di esistere insieme, perché altrimenti l’unità si incrinerà.
Il fratello maggiore pensa che la scelta del minore di allontanarsi sia il motivo per condannarlo; ritiene che la casa del padre non sia la casa delle persone perdenti, cioè di quelli che si perdono, come invece aveva predicato e messo in atto Gesù; non vuole farsi coinvolgere dal minore che torna a casa; non si sporca le mani con l’amore; non vuole contaminarsi con quella parte del fratello che puzza.
Il fratello maggiore fa parte di quella schiera di persone che disprezzano la misericordia, perché è sedotto dalla logica del dominio e del sentirsi al di sopra degli altri.
Il figlio maggiore fa ritorno dai campi e dal lavoro, torna da proprietario, e questa condizione gli dà diritto di chiedere ai servi e di indagare su ciò che fa il padre. Possiamo dire che è un bravo figlio, obbediente, laborioso, ma è troppo pieno di sé, è presuntuoso. È stato sempre nella casa del padre, ma forse mai in comunione con l’amore del padre. In confronto al fratello minore il maggiore ritiene di essersi guadagnato l’amore del padre. Non aver deluso l’amore di un altro, però, non è motivo di merito, ma è il minimo che si possa fare.
Nella risposta del servo, che pronuncia le stesse parole che il padre dirà ala fine, c’è il riconoscimento che il fratello maggiore è figlio/fratello e non emerge il fatto che possa essere considerato un escluso. Malgrado tutto ciò, il fratello maggiore si indigna e decide di non entrare in casa, lanciando così al padre due sfide.