Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Perdere tutto

Canto iniziale: Tu mi salverai

Lc 15,14-16

Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla.

Commento

Il figlio spende tutto non per generosità, ma per essere riconosciuto. Non aveva considerato che le cose vanno e vengono. Anche a noi capita di attaccarci di più alle cose che alle persone.

Le cose non si collocano tra noi e gli altri, ma tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere oppure tra ciò che noi sappiamo di voler diventare e ciò che vorremmo trattenere. Pensiamo che le cose facciano la nostra identità e perdiamo la coscienza di esistere senza le cose.

Il giovane ha perso tutto: non solo le sostanze del padre, ma anche una parte di se stesso, la relazione fraterna e filiale. Ha dato ai suoi beni il permesso di definire la sua identità e si è lasciato trasformare in una cosa tra le cose.

Nella sua situazione il figlio ha provato un senso di fragilità, insicurezza, delusione, fallimento e abbandono. Ora si trova al punto zero della propria vita: non ha più le cose di un tempo e non ha nemmeno prospettive per la propria vita. Eppure questa situazione può essere un nuovo inizio per dare valore non alle cose, ma alle persone.

Il racconto annota che nella regione sopraggiunge una carestia, che indica la fragilità delle cose e dimostra che ciò che ci viene dato dalla terra non ci è dato per sempre. Questo evento aumenta la fragilità del figlio, che aveva bevuto e mangiato senza lavorare e sudare, aveva rifiutato il tempo dell’attesa, voleva vivere senza fatica, e ora si trova nella mancanza più radicale.

Fino a questo momento il figlio non aveva mai sentito il bisogno di chiedersi chi era, perché gli bastavano solo le cose a definire la sua identità.

Ora inizia il tempo in cui provare il vuoto dell’assenza. Questo è un passaggio fondamentale per la vita, perché le cose passeranno attraverso i fori della vita. Saranno cose nuove da conquistare con fatica pazienza e maturazione.

Ora il figlio è costretto a mettersi al servizio di un altro in terra straniera. Non può scegliersi il lavoro, può solo subire gli effetti delle scelte sbagliate che ha fatto. Quello che ha tra le mani è un lavoro che lo mette a servizio degli animali immondi, tanto è ormai il degrado della sua vita. Così il figlio tocca il fondo, vede se stesso calpestato dagli animali che porta al pascolo e il suo disorientamento e la sua solitudine sono molto profondi. 

Canto finale: Tu mi salverai

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