Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: In principio un uomo

Canto iniziale: Salmo 127

Lc 15,1-2.11

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.

Commento

Gli uditori che stanno di fronte a Gesù sono tra loro diversi: per gli scribi e i farisei il tempo dello studio della Legge è un tempo sottratto agli uomini, i pubblicani, invece, pensano di essere padroni della propria vita. Tutti e due questi gruppi giungono però allo stesso risultato: i primi, perdendo Dio, hanno perso anche i fratelli e diventano arroganti; gli altri, perdendo Dio Padre, hanno perso allo stesso modo i fratelli e diventano autoreferenziali.

La parabola dice che c’è un uomo che non solo esiste, ma fa esistere anche altri, perché si dona, e che c’è un luogo, in cui si può vivere, perché anche in questo caso c’è qualcuno che si dona.

Ogni storia, come anche questa, comincia da una relazione, che può essere di paternità, figliolanza e fraternità. Vediamone alcuni tratti.

  • Paternità: chiama in causa il rapporto tra l’uomo e la propria generatività. Quell’uomo diventa padre, ma non smette di essere uomo: è chiamato ad aprirsi all’alterità e a impegnarsi per sempre ad amare tutti coloro che sono diversi. Donandosi ai figli, il padre fonda la loro libertà, che prevede la possibilità dell’errore. Chi ama e dona libertà all’altro non dispone di niente dell’altro, rimane al proprio posto, accetta la fatica di stare insieme in un mondo di diversi, soffre l’abbandono e l’incomprensione e chiama sempre i suoi figli infelici alla gioia della comunione.
  • Figliolanza: i due figli hanno il debito della responsabilità e della cura verso il padre, hanno un modello di figliolanza diverso tra di loro, ma comunque sbagliato. Nessuno dei due è felice accanto al padre.

Fraternità: questo tipo di relazione è fatto di alterità e prossimità. I due fratelli non sia amano, sembrano due analfabeti dell’amore, non riescono a sfiorare neppure il proprio essere più vero. Rimangono figli inconcludenti e non inclusivi, perché non riconoscono il padre da cui hanno origine e neppure l’alterità sociale l’uno dell’altro, stanno insieme, ma non scelgono la fraternità; sono liberi, ma anche molto soli.

Canto finale: Vedere l’oltre

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