Tema: Quello che abbiamo annusato
Canto iniziale: Scriviamo a voi
Gv 11,2.30-35; 12,2-3
Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Commento
L’evangelista ci presenta Maria come figura della persona che crede e che ha un’intensa fede personale in Gesù. In effetti ha una relazione con lui che si fonda sull’amicizia e sugli affetti che si comunicano con tutti i sensi. Nel Vangelo di Giovanni Maria appare legata sempre al campo simbolico dell’olfatto, che è centrale nella relazione con Gesù.
Questa relazione, che non solo è un fatto mentale, si fa con il corpo, con gesti quotidiani, con una ricca consistenza emozionale. Gesù e Maria condividono il dolore della morte, ma anche la gioia della vita.
Maria dice a Gesù le stesse cose che Marta ha detto poco prima, ma l’incontro tra lei e Gesù è diverso: Marta aveva dibattuto sulla fede, aveva espresso a parole la dedizione profonda alla sua persona, mentre Maria si pone nella prospettiva dell’incontro. In questo senso vediamo realizzarsi un’esperienza di due amici che si vogliono bene e che esprimono sentimenti reciproci che vanno dal silenzio alla condivisione delle lacrime fino alla consolazione.
In un’amicizia profonda c’è sempre una scena successiva all’unità nata nel momento del dolore che si presenta in quella gioia che sgorga quando si superano le prove.
In quella occasione Maria, invece di mandare un servo a lavare i piedi di Gesù, sceglie di occuparsene in prima persona, perché le parole e la riflessione sull’accaduto non erano state sufficienti a esprimere ciò che provava e la gratitudine che aveva dentro; per questo motivo era necessario impegnare tutti i sensi. Quel gesto quotidiano del lavare i piedi diventa allora straordinario attraverso l’eccedenza del profumo che chiama in causa i sensi.
Il gesto è particolarmente importante perché riguarda una necessità della vita piena (in questo senso il gesto appare proprio del paradiso), che è una vita eccessiva. Di conseguenza ciò che accade tocca tutti e tutti si riempiono di vita. Così il gesto esprime al meglio l’essenziale, quello spreco è solo la misura della gratitudine di Maria, che si espande e si appicca alla pelle di tutti i presenti. In questo senso, quando l’amore è amore vero, profuma sempre la vita degli altri.
I profumi sono dunque segni importanti della gioia di vivere e Gesù lo sottolinea. Noi stessi, d’altra parte, siamo profumo di Cristo, come ci ricorda Paolo.