Tema: La notte di Pietro
Canto iniziale: Signore, pietà
Mt 26,30-41
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:
Percuoterò il pastore
e saranno disperse le pecore del gregge.Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Commento
Pietro si trova immerso nella notte di passione di Gesù ed è impreparato a vivere la passione del maestro, perché interiormente non ha la forza per affrontare questo momento difficile.
Gesù ammonisce i discepoli, dicendo che si scandalizzeranno di lui, non sapranno cioè resistere allo scarto tra ciò che pensano e ciò che di fatto si troveranno a vivere. Di fronte alla certezza di Pietro Gesù, gli annuncia il rinnegamento.
Eppure le parole di Pietro sono oneste e dicono la sua straordinaria generosità. Pietro ritiene di essere consapevole di se stesso: ha appena condiviso la cena con il Maestro e con gli altri e quindi non sta parlando con leggerezza, tanto che arriva a dire: “Se dovessi morire con te…”. Ha capito che non si tratta di morire per il Signore, ma di condividere la sua strada. Tuttavia non accetta l’ammonimento di Gesù, perché crede di conoscerlo.
È qui che Pietro commette un errore, perché crede di avere l’idea corretta di Dio. Sembra che la morte a cui pensa sia una morte eroica. Il suo errore consiste, dunque, nel non accettare di morire umiliato.
Gesù chiede di vegliare, ma Pietro si addormenta. Il suo è un sonno di rifiuto, provocato dal disgusto per ciò che il Maestro sta affrontando. Pietro non accetta Gesù così come lo vede nell’orto: Gesù è pieno di angoscia e solitudine, è solo e angosciato, è pieno di paura, di spavento e di debolezza. Davanti al Maestro che si rivela così, per Pietro crolla il mito del Signore.
Capita anche a tutti noi di non avere la forza di condividere, di accasciarci e di preferire l’oblio al presente.
Il culmine per Pietro giunge con il tradimento di Giuda. Al suo bacio, Pietro ferisce il servo e fa in questo modo il tentativo estremo virile di impedire che il suo sogno svanisca. Gesù, però, lo ferma e questo gesto manda Pietro in confusione totale.
A questo punto il discepolo scappa, come gli altri, ma, siccome ama il Maestro, lo segue da lontano, perché non sa che fare: sente ancora forte dentro di sé fascino di quell’uomo.
Tutto questo accade in ogni relazione in cui l’amore è deluso. In questa notte Pietro è un uomo diviso: è stato afferrato dal Signore, ma allo stesso tempo è tentato di respingerlo.
Qui comincia la notte più cupa della vita di Pietro.