Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Tema: Giuda l'amico

Canto iniziale: Signore, pietà

Lc 22,20-22; Mt 26,47-50

E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». «Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.

Commento

La consegna di Gesù è stata architetta molto bene da parte di Giuda: ha scelto un luogo isolato, la notte e il segno del bacio per indicare chi doveva essere arrestato. Non c’è da meravigliarsi che chi tradisce non sia mai un estraneo: il tradimento vero viene da coloro che amiamo, con cui abbiamo condiviso interessi, passioni e amori. Solo gli amici possono tradire. 

Già il Salmo 55,13-15 parlava in questi termini dell’amico che tradisce:
Se mi avesse insultato un nemico,
l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
Ma tu, mio compagno,
mio intimo amico,
legato a me da dolce confidenza!
Camminavamo concordi verso la casa di Dio.

Dopo la cena Gesù dice: … guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito! La parola “guai” non è una condanna, ma introduce un lamento funebre: Gesù è addolorato per Giuda, piange come se fosse già morto, perché uno dei suoi si è chiuso e ha rifiutato il dono immenso della vita. 

Finché sono stati a tavola il tradimento non era concluso e Giuda poteva ancora ripensarci. In seguito, però, Giuda si decide a compiere i fatti e diventa vittima della propria rabbia e della delusione. Il bacio rivela anche ciò che è nel suo cuore, perché è un gesto che manifesta una delle maggiori forme di intimità corporea e spirituale tra due esseri umani, dopo il rapporto sessuale e la gravidanza. 

In questo modo Giuda si appropria in un modo dirompente del bacio, con cui sigilla l’esclusività di una relazione a due. Dice la sua vicinanza reale, la condivisione, il riconoscimento reciproco e il legame affettivo.

Da una parte il bacio è un gesto che tradisce Gesù, dall’altra rende anche Giuda vulnerabile. Con quel gesto costringe Gesù parlargli e Gesù infatti lo chiama ancora “amico”, esprimendo tenerezza e amore per lui: Gesù non tradisce mai gli amici, perché davanti ai suoi occhi siamo sempre amici. 

Il cuore di Giuda, però, non è anestetizzato: si trova in mano 30 monete d’argento, che corrispondono al prezzo per il risarcimento di uno schiavo incornato dai buoi. Queste monete non gli danno la serenità, anzi gli nasce dentro la consapevolezza di aver peccato e il pentimento: ha tradito un innocente e vuole restituire le monete. In quel momento riconosce sia il valore di Gesù sia la propria meschinità. È il momento del pentimento: ci si può pentire solo se si ama. 

Giuda vede ormai che non si può tornare indietro ed entra nel dramma della disperazione, che solo Dio, che è più grande del male, può guarire. Se gli altri Undici gli fossero stati vicini, forse Giuda non si sarebbe impiccato. Qui, però, Giuda è da solo, non può aprire il cuore a nessuno, neppure a Dio. 

La sua storia ci fa vedere che non siamo mai al sicuro di fronte agli assalti del male. Se abbiamo ricevuto una chiamata dal Signore, il nome con cui ci chiama è il nome di chi è chiamato a stare vicino a lui. Quando il male ci assale, è il momento di rispondere alla nostra chiamata. 

Canto finale: Amico sei

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