Siamo una Comunità di laici e vogliamo vivere con il Signore della Vita. In questo tempo. Abitando la città dell'uomo.
La fraternità palpabile, la compagnia col Signore e la missione verso i piccoli ritmano le nostre giornate di uomini e donne che lavorano, sperano, soffrono, partecipano all' elaborazione di una cultura capace di riconoscere la dignità di ogni uomo e di promuoverla.

Doveva essere una semplice serata tra Amici, l'incontro di un sabato sera di fine estate. Mattia propone di stare a casa e "ognuno porta qualcosa". Gabriele dice che si può fare a casa sua che è grande. E così si fa. Arrivando all'appuntamento lo troviamo in casa indaffarato che lava il pavimento – avere una scopa in mano lo tranquillizza sempre –, ma è anche vero che Gabriele ci tiene, ha imparato a farsi in quattro per gli amici. Ci si ritrova così nel soggiorno tutti faccia a faccia, seduti un po' dove capita, e si parla fitto fitto per un'ora di tante cose: i quadri del nonno di Gabriele, il viaggio di Benny e poi dell'evento alla Casetta e della storia del pittore non vedente che riesce a dipingere usando il tatto. Luca mostra le foto quadri che ha salvato sul telefono e tutti li osservano con stupore. Mattia, particolarmente colpito, parla di suo padre, anche lui non vedente. Ognuno dice la sua, qualcuno parla dei prodigi di cui sono capaci alcune persone con disabilità che sviluppano altri sensi per compensare quelli mancanti. Ad un certo punto io taccio, mi metto a guardare i giovani che conversano e mi accorgo che noi dell'Ashré stiamo parlando della bellezza dell'uomo, delle cose belle che emergono pur tra tante fragilità. Siamo davvero i custodi di tutto questo.

Poi inizia la cena, in ritardo per aspettare Giuliano che ha atteso che sfornassero una lasagna gigante che aveva prenotato per noi. La porge con un sorriso che illumina la stanza e mettendola in tavola ci accorgiamo che non è stato l'unico a mobilitarsi. Quante cose buone, quanta generosità. E mentre si mangia si continua a parlare di progetti e a prendere in giro Luca che ha fatto una torta senza glutine, senza lattosio, senza zucchero, eppure è buona lo stesso. Jenfry prende una chitarra, forse dopo anni, e fa partire il canto, accompagnato con entusiasmo dagli altri attorno e in particolare da Giacomo che urla e stona, ma l'importante è partecipare. Quando guardiamo l'orologio è già tardi, sono passate più di due ore. Mattia, Gianmarco e Gabriele più il cane, accompagnano me e Benny alla macchina e mi sembra di essere tornata ai tempi dell'oratorio, quando ci si accompagnava per allungare il tempo dello stare insieme. "Ci vediamo sabato, ma ci sentiamo prima, se non chiami tu, chiamo io....".

Annalisa

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